Mani dietro la schiena

 

Avete notato che molte persone hanno l’abitudine di camminare con le mani e le braccia dietro la schiena? Molti comunemente pensano che chi nasconda le mani e magari potrebbe essere anche armato e pericoloso…
Al contrario delle comuni credenze, stare con le mani e le braccia dietro la schiena di solito è un segnale di schiettezza, chi mette le mani dietro la schiena mostra, in realtà, di non avere timore, è come se volesse dire: «Guardate! Non ho nulla da nascondere e non ho bisogno di difendermi con le braccia dai vostri attacchi, non sono un pericolo e allo stesso tempo non ho paura». Infatti, le braccia sono considerate il primo strumento di difesa del nostro corpo, ci basti pensare all’automatismo che ci porta a mettere letteralmente le mani avanti quando, ad esempio, ci capita di inciampare camminando. Anche in caso di un vero e proprio scontro fisico sono i nostri arti superiori a essere chiamati all’azione, vuoi per colpire, vuoi per proteggere parti delicate del corpo come il tronco, la testa e la zona genitale.
Comprendo il fatto che non vedere le mani di una persona sia creduta una postura sospetta e possa in qualche modo suscitare dei dubbi (o che perlomeno possa generare la domanda: «Cos’avrà in mano?») ma questa reazione spesso provata, in realtà, contrasta con la postura naturale dell’uomo che è quella di avere le braccia distese lungo i fianchi, proprio per permettergli di compiere il minimo movimento per spostarle nella direzione voluta in caso di necessità.
Il gesto opposto a questo sarebbe quello di mostrare i palmi delle mani all’interlocutore, per rassicurarlo sul fatto che non ci sia nulla da temere; questo gesto, però, è un’ostentazione di trasparenza e nel caso non sia giustificato, potrebbe addirittura farci pensare che l’altro stia tramando qualcosa… In passato si diceva excusatio non petita, acusatio manifesta, una espressione latina di origine medievale la cui traduzione letterale sarebbe «scusa non richiesta, accusa manifesta».
Esistono anche alcune posture che includono le mani dietro la schiena, comunicando l’idea di rispetto o sottomissione, basti pensare a un ragazzo che subisce una ramanzina da un professore, tenendo la testa bassa e le mani giunte dietro la schiena; oppure la classica postura militare quando si riferisce di fronte a un superiore tenendo la testa dritta, il petto in fuori e le mani dietro la schiena. Queste vere e proprie configurazioni di posture vengono comunemente usate per veicolare significati convenzionalmente accettati (siamo quasi tutti abituati a recepire immediatamente queste rappresentazioni proprio a causa della loro frequenza nella vita quotidiana delle persone), la posizione delle mani dietro la schiena è solo uno degli elementi che concorrono a dare un senso compiuto alle rappresentazioni descritte sopra negli esempi, ma sicuramente è un dettaglio forte dal punto di vista comunicativo, senza il quale la configurazione stessa potrebbe non essere facilmente comprensibile o comunque lasciare spazio a delle interpretazioni ambigue.

Tratto dal libro: “101 cose da sapere sul linguaggio segreto del corpo” di Francesco Di Fant, Newton Compton editori, Roma 2012

 

 

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